
Qui di seguito pubblichiamo il testo del resoconto stenografico di seduta, nonché il link al video dell’intervento del Sen. Vincenzo D’Anna in XII Commissione “Igiene e Sanità” del 13.06.2013 riguardante le linee programmatiche del Ministro della Salute On.le Beatrice Lorenzin.
Legislatura 17ª -12ª Commissione permanente – Resoconto sommario n. 12 del 13/06/2013
“Seguito delle comunicazioni, ai sensi dell’articolo 46 del Regolamento, del Ministro della salute sulle linee programmatiche del suo Dicastero”
Riprende l’esame sospeso nella seduta del 4 giugno scorso, con la prosecuzione del dibattito
D’ANNA (PdL). Signor Presidente, ringrazio il Ministro per aver eloquentemente illustrato le sue linee programmatiche. Mi consentirete di essere in partibus infidelium. Il Ministro ha affermato di voler gestire politicamente il suo incarico, ed è giusto che sia così, perché la primizia della politica deve essere chiara a tutti sui tecnicismi.
Vorrei sapere se è consapevole del fatto che il nostro sistema sanitario produce, ha sempre prodotto e continuerà a produrre un’enorme quantità di debiti, perché non contiene al suo interno, come gran parte degli ambiti che lo Stato pretende di gestire, alcun criterio di efficienza, competenza, economicità e competizione tra strutture a gestione statale e strutture a gestione non statale
Signora Ministro, è convinta del fatto che bisogna rompere l’idea falsa che la pubblicità del servizio sia necessariamente il monopolio statale della gestione? È consapevole che se non si inseriscono all’interno di questo sistema criteri di competizione basati sulla rilevazione dell’efficienza e della qualità delle prestazioni, continueremo a lasciare al privato l’opportunità di scegliersi delle nicchie di convenienza, là dove c’è maggior guadagno, e allo Stato verrà lasciata carta bianca nel produrre le stesse prestazioni a un costo superiore anche di dieci volte? Faccio un esempio. Poiché il privato viene pagato a tariffa e quindi remunerato, nel pubblico noi continuiamo a pagare a piè di lista (centri di costo, oppure no). Se questa discrasia non sarà superata, lei, signor Ministro, insieme a tutti coloro che l’hanno preceduta e che la seguiranno, si troverà a fronteggiare un debito che deriva dalla mancata rilevazione effettiva dei costi.
Passo alla seconda questione che intendo sottoporle. Un anno e mezzo fa la Camera dei deputati ha approvato un provvedimento sulla sperimentazione clinica, contenente anche norme sulla disciplina degli ordini professionali e delle professioni mediche. Tale normativa, se approvata in via definitiva, avrebbe fatto superare la recente controversia sulla cura con il metodo Stamina. Vorrei sapere se lei, signora Ministro, non ritiene il caso che questo provvedimento, approvato all’unanimità dalla Camera dei deputati e ora giacente in Senato da un anno e mezzo, non debba essere immediatamente riproposto, a sua cura, così da recuperare il tempo perso allora.
Signora Ministro, tutte le risorse che la sanità – soprattutto la sanità ospedaliera – spreca in determinate Regioni (che sono angosciate dal debito perenne) vengono di fatto sottratte al malato. Noi abbiamo sostanzialmente un sistema che, soprattutto nelle Regioni meridionali, alimenta se stesso: tutto ciò che viene dato serve a mantenere il sistema, che quindi è auto-referenziale e si autoalimenta, non lasciando nulla al paziente. C’è, infatti, la maledetta idea che, in nome dell’etica dei fini superiori dello Stato, ciò che è statale possa essere fatto senza alcun criterio di razionalità della spesa e di responsabilità di chi spende e, soprattutto, in un sistema in cui non si può continuare a pagare il dipendente – il medico – per la sola giornata di presenza. Occorre considerare, infatti, che c’è chi fa cose complesse, difficili e all’avanguardia e c’è chi invece vivacchia, perché sa bene che lo stipendio è sempre lo stesso.
Lei, signora Ministro, che si definisce un Ministro politico, deve avere chiaro questo difetto di base, perché altrimenti rischiamo di fare la politica dei pannicelli caldi, andando a mettere, con grande buona volontà, delle piccole pezze, ma non cambiando la struttura che fino adesso ha prodotto, oltre alle eccellenze (in genere, però, il bene si sottace), un debito di 10-12 miliardi di euro per ogni anno, alla luce di una spesa annuale complessiva che sfiora i 110-112 miliardi di euro. Confido, signora Ministro, che lei voglia dedicare ascolto alle categorie e agli ordini professionali, senza chiudersi nella turris eburnea della sanità statale e corporativa e delle gabbie sindacali, che spesso impediscono una vera riforma dell’attuale assetto sanitario.
Qui di seguito il link al video dell’intervento in XII Commissione “Igiene e Sanità” del Sen. Vincenzo D’Anna – a partire dal minuto 25:30
http://www.senato.it/webtvcomm_lq?video_evento=187
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