12020Mar
Il deserto dei Tartari

Il buon Matteo Salvini ha girato in lungo e largo l’Italia aizzando gli elettori a protestare contro i flussi migratori provenienti dall’Africa, ventilando il timore di malattie ormai estinte da tempo in Europa, come tubercolosi e poliomielite. Allo scoppiare della crisi sanitaria in Cina, il leader del Carroccio ha inasprito i toni della polemica chiedendo al tremebondo premier Conte di serrare tutto ciò che potesse essere fonte d’immigrazione dall’estero. Come il capitano Drogo del “Deserto dei Tartari” di Dino Buzzati, anche lui si è messo a scrutare orizzonti unidirezionali aspettando che comparissero, esausti, dal Continente nero, i portatori della nuova epidemia. Inutilmente. Nel cuore del dramma cinese, in pieno bombardamento da parte dei soliti media assetati di eventi catastrofici e diffusori di panico a buon mercato, ecco arrivare il colpo di teatro. Nella civilissima ed efficientissima Lodi, proprio lì, nel cuore della terra del condottiero padano, si materializza, a sorpresa, il primo caso italiano d’infezione da Covid-19! Un secondo caso compare poi in Veneto ed un altro ancora a Torino. Insomma: tutti nel profondo Nord, altro che untori africani!! Una sorta di “paradosso virale” che sembra quasi accanirsi con le regioni identitarie della Lega.

Ora, il diffondersi dei casi di pazienti nei quali è il virus stato, di volta in volta, identificato, ha scatenato una sorta di bolgia infernale, popolata di politici pronti a dissertare di scienza e di scienziati pronti a dissertare di politica. Tra questi si è distinto Roberto Burioni, ormai assurto al ruolo di maestro indiscusso delle scienze nelle frequenti comparsate televisive. Non a caso l’altro Matteo, quello di Italia Viva, ha reclamato per lui l’investitura a commissario per l’emergenza, una sorta di riedizione del dictator romano che assumeva su di sé tutti i poteri in caso di guerra. Richieste di quarantene di massa e di provvedimenti da legge marziale, hanno alimentato il panico tra la popolazione e lo sconcerto nelle istituzioni sanitarie. In tutto questo “bailamme” sono spariti, muti nel gorgo, sia Salvini che Renzi il cui penultimatum al governo è passato miseramente in secondo piano.

Le statistiche epidemiologiche dicono, comunque, che la morbilità del Covid-19 è bassa, che la popolazione europea è geneticamente molto refrattaria a questo tipo di corona virus, che i morti , poche unità, sono vecchi, malati gravi e cronici in una percentuale sotto l’1%, dei contagiati totali, in una popolazione che per la cosiddetta comune influenza, ha visto morire circa ventimila persone. Ecco allora un nuovo colpo di scena destinato a rendere ridicoli sia il panico che il caos sociale ed economico provocato dal nuovo Coronavirus: l’equipe del laboratorio dell’Ospedale Sacco di Milano ha isolato un nuovo ceppo del Covid-19 detto “italiano”. Ebbene, sembra che tale virus sia domestico e non abbia cioè alcunché da spartire con quello cinese proveniente dai pipistrelli. Un virus padano, per dirla tutta, esistente negli animali allevati nelle terre ultra concimate con fanghi industriali del Nord!! Ecco spiegato perché nelle altre regioni il virus latita, come già noto in letteratura (vedi Wu et al. Cell Host & Microbe doi:10.2016 j.chom.2020.02.001,2020). Insomma i contagi sarebbero due: uno pandemico a diffusione lenta attraverso i viaggi degli infettati, e l’altro locale. Quest’ultimo poco più che un virus para-influenzale, di nessuna nocività mortale se non per la solita parte “a rischio” della popolazione.

La stessa OMS ridimensiona il tiro e declassa il virus a poco più che un influenza, batte in ritirata anche Burioni che si scusa. In altri stati europei il virus non lo si trovava perché, semplicemente, si riteneva inutile cercarlo. Ma non è’ finita : si aggiunge la specificità territoriale del Coronavirus italiano che rende ancora più specifica la beffa nordista. Ci troviamo innanzi ad una delle più grandi cantonate che la politica italiana ha preso, nel solco di quella approssimazione che la caratterizza tutti i giorni. Ne escono male le istituzioni sanitarie statali troppi asservite al conformismo, il silenzio di migliaia di scienziati, ricercatori ed accademici. Insomma il ricco Lombardo Veneto è la fonte dell’inquinamento virale mentre a Lampedusa ed in tutto il Sud il sole splende come nel “Deserto dei Tartari”. Brutta storia per i capitan Matteo.